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La fredda estate del dollaro


Il tema prevalente di questo 2025 movimentato non è tanto la volatilità dell'azionario (oscillazioni) ma il dollaro. 


Il dollaro costituisce la moneta di riferimento per almeno 2/3 del mercato globale, sia in termini di asset (valuta di denominazione degli investimenti), di riserve (banche centrali e cash) che di scambi commerciali.


Per quello che ci riguarda, ovvero la denominazione degli asset di portafoglio, il dollaro costituisce un fattore di rischio / rendimento al pari di Azioni, obbligazioni, materie prime ecc. e come tale, il suo peso in portafoglio, deve essere oggetto di attenta valutazione. Attenta valutazione che NON significa previsione.

Sappiamo che nessuno al mondo potrà dirci l'evoluzione del cambio euro dollaro con una accuratezza previsionale superiore al 50%.

Possiamo però esaminare gli effetti e le motivazioni alla base del deprezzamento del dollaro.


Effetti:

Considerando l'ipotesi che un portafoglio abbia asset in dollari pari al 50% un svalutazione del dollaro rispetto all'euro (valuta di riferimento per investitori area Euro) del 10% impatta per un 5% sul valore del portafoglio.


A parità di condizioni infatti, immaginando un rialzo dell'azionario del 10% e contestuale svalutazione del dollaro del 10%, un asset al 100% in dollaro avrebbe rendimento in Euro pari a 0%. Un investimento in un indice con un peso del dollaro al 50% avrebbe un rendimento pari al 5%, il rendimento sarebbe dimezzato.


Questo impatto vale chiaramente per tutti gli asset. Una obbligazione in dollari che rende il 5% all'anno potrebbe generare una perdita in euro a causa dell'andamento sfavorevole del cambio.


In altri termini se un asset è denominato in dollari,  il rischio / rendimento dipende dal mercato di riferimento di quell'asset + l'effetto del cambio.


Motivazioni: 


1- Sfiducia nel sistema "America". Le politiche protezionistiche di Trump, le sue esternazioni improvvise, i cambi di prospettiva immotivati hanno e stanno generando una perdita di fiducia da parte del mercato (investitori internazionali) che in parte sono usciti e stanno uscendo da asset in USD.


2- Congiuntura e ciclo tassi. La dinamica del cambio è determinata essenzialmente dalle differenze fra curve di tassi di una e l'altra valuta. Il denaro segue i rendimenti e al netto della fiducia, tassi più alti rafforzano la valuta. Una valuta con rendimenti a 1 anno al 5% sarà comprata Vs una valuta con rendimenti al 2%. Volontà politica e ciclo economico non sono uguali per area Euro e Dollaro. In questo caso sembra che il ciclo economico USA stia rallentando più velocemente di quello Euro.


Considerazioni finali


Il bilanciamento e la taratura del dollaro nel portafoglio risulta più complesso per patrimoni più esposti al mercato azionario. Gli indici principali (MSCI World e All World) hanno infatti come sottostante circa il 60% di posizioni in dollaro.


A tal fine, a partire dal 2024, abbiamo gestito il peso del dollaro in portafoglio con l'utilizzo di strumenti Hedgati ovvero coperti dal rischio cambio.

L'obiettivo è quello di mantenere il peso del dollaro, a prescindere dallo scenario, in un intorno del 30/35% del totale del portafoglio.


Non sono previste esposizioni specifiche in azionario area Euro. Il mercato azionario è globale e rimarrà globale, volenti o nolenti. Il peso degli USA in innovazione ricerca e sviluppo rimarranno cruciali. Esporsi in aree non USD equivale a scommettere che nel medio termine l'Europa faccia meglio di USA dimenticando che la correlazione fra i mercati azionari, al netto del cambio è pari ad 1.


Unica variabile da gestire tarare, come sempre fatto, è il dollaro non il settore né tantomeno il paese.


A presto e sempre disponibile a qualsiasi confronto o approfondimento.

Grazie.

 
 
 

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