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Livello dei tassi e valore del portafoglio.

Aggiornamento: 3 ott 2022

Individuare le cause del pessimo andamento dei mercati nel 2022 (al momento uno dei peggiori degli ultimi 20 anni) è un'attività banale. La ragione è la fine (obbligata) della politica monetaria espansiva e dei tassi zero che ha contraddistinto gli ultimi 10 anni.


Il mix inflattivo generato dal post Covid, dalla crisi energetica e dalle politiche espansive delle Banche Centrali ha determinato un velocissimo adeguamento delle aspettative sull'inflazione ed i mercati le hanno immediatamente prezzate.


La crescita dei tassi ha causato un aumento proporzionale del costo opportunità e del premio al rischio.


Semplificando:


6 mesi fa una obbligazione Unicredit rendeva 1% all'anno per 5 anni, oggi la stessa obbligazione rende il 5% all'anno, il prezzo è sceso del 30% per incorporare questo nuovo rendimento a scadenza.


6 mesi fa una azione Amazon incorporava utili attesi di 1$ per azione per i prossimi x anni, oggi quel dollaro per azione (a patto che ci sia ancora) può essere ottenuto investendo in titoli di stato e quindi rischiando meno. Il prezzo Amazon si è quindi adeguato al ribasso ad un prezzo tale per cui quel dollaro di utile per azione non equivale più al 5% di rendimento sul capitale investito ma al 15%. L'azione essendo più rischiosa di una obbligazione deve rendere di più.


Questo esempio banale per descrivere il comportamento dei prezzi, un bene che deve rendere di più deve costare meno. I mercati sono quindi scesi.


Ora i prezzi tenderanno ad un equilibrio che corrisponde ai nuovi prezzi delle attività finanziarie (fair value). Le aspettative saranno incorporate velocemente (recessione, utili in calo, premio al rischio, tassi di crescita ecc) e il portafoglio svalutato avrà un rendimento implicito superiore.

Tutti gli asset finanziari svalutati avranno un rendimento implicito più alto per tenere conto del nuovo livello dei tassi di mercato (free risk).


L'effetto tassi impatta anche sulle attività reali, non solo su quelle finanziarie. Su quelle finanziarie osserviamo l'effetto in tempo reale, in quanto quotate, su quelle reali non si ha la percezione immediata del calo di valore ma l'effetto è il medesimo.

Una casa, un terreno o anche un'azienda varranno meno per due fattori:


1) perchè devono rendere di più (rendita affitto ecc) e quindi il prezzo deve scendere. (Rendita diviso valore dell'immobile).

2) perchè il costo opportunità di investimenti alternativi è cresciuto (oggi posso investire una somma senza rischi in titoli di stato ottenendo un tasso fisso del 3/4% annuo).


Cosa fare?

La regola è la stessa: se si ha un portafoglio diversificato, con bassi costi e strumenti efficienti, l'effetto sui mercati è temporaneo e non dovrebbe destare nessuna preoccupazione sul progetto complessivo di allocazione del patrimonio. In altri casi potrebbe essere una ottima opportunità per affrontare la questione.


Alla data odierna i nostri portafogli riportano, per il 2022, rendimenti fra il -1% ed il -7% e ci riteniamo estremamente soddisfatti di questo risultato ottenuto grazie all'utilizzo di strumenti passivi (ETF), bassi costi di portafoglio (0,30%/0.60%) e ampia diversificazione anche con asset class non tipiche (Short su tassi, commodity, valute).


La nostra politica di investimento rimane quella di alleggerire le posizioni in commodity, oro e dollaro a favore di panieri di Bond in Euro che oggi riportano rendimenti a scadenza fra il 5% e 8% anche su scadenze brevi e di azionario internazionale il cui peso % sul portafoglio è deteriorato per via del sell off degli ultimi mesi.








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