Buongiorno,
i tassi "normali" ovvero positivi sembrano non costituire più una novità. La mente umana, come i mercati, si adatta velocemente alle novità.
Ora i temi principali sono:
- i mercati mi sembrano instabili, che facciamo?
- conviene investire in titoli di stato ?
- ci sarà una recessione, il portafoglio si svaluterà ?
I mercati non sono instabili ora, i mercati sono sempre instabili.
Quando un risparmiatore investe non fa altro che conferire fondi all'economia reale a titolo di capitale (azioni) o debito (bond).
Questi fondi, che derivano dal risparmio, consentono alle imprese di tutto il mondo di investire, crescere, fare ricerca, svilupparsi e migliorare il mondo in cui viviamo.
Investire significa fondamentalmente partecipare alla crescita e al miglioramento della società (vedi la tematica ESG o ambientale come sta cambiando il modo di produrre e consumare).
Il mondo però si muove, non è stabile, non è fermo così come non lo sono le scelte di ognuno di noi e la vita di ciascuno di noi.
Se il mondo fosse fermo, se l'economia fosse ferma non ci sarebbe rischio ma non ci sarebbe crescita e valore (in termini finanziari non ci sarebbe rendimento). Per definizione l'impresa è rischio, investire significa partecipare al rischio di migliaia di imprese e ottenere in cambio parte degli utili (dividendi/azioni) o interessi (debito/bond).
Occorre considerare che investire nel Nasdaq (indice tecnologico americano che comprende le aziende "più rischiose") negli ultimi 10 anni avrebbe generato un rendimento medio annuo del 18,85% a fronte di un rischio del 17,08% medio annuo. € 100.000 euro di 10 anni fa oggi sarebbero € 500.000.
Investire in titoli di stato a 10 anni avrebbe comportato un rendimento medio annuo del 1,09% con un rischio del 5,76%, il capitale sarebbe oggi grossomodo lo stesso di 10 anni fa.
Il rendimento (al netto dell'inflazione) di un'attività senza rischio è = 0
In rosso l'ETF sul Nasdaq, in blu un paniere di titoli di stato a lungo termine.
Conviene investire in titoli di stato?
Il rendimento (al netto dell'inflazione) di un'attività senza rischio è = 0
Partendo da questa affermazione occorre dire che il termine investire non si addice ad una allocazione in titoli di stato. Il titolo di stato sostanzialmente dovrebbe essere considerato una remunerazione della liquidità.
Se non ho a disposizione un periodo di tempo medio lungo dovrò accontentarmi del rendimento di un titolo di stato che mi garantirebbe il rendimento minimo a rischio zero che è solitamente inferiore o uguale all'inflazione.
Ieri era 0%, oggi è circa il 3% (inflazione tendenziale non è 8% come oggi ma 3/4%)
Il rendimento del titolo di stato è definito rendimento "free risk" ovvero la base di rendimento che tutte le attività finanziarie hanno.
Aggiungendo unità di rischio all'investimento otteniamo rendimenti attesi più alti in proporzione al rischio preso.
Rendimento dell'attività finanziaria X = Tasso Free risk (titolo di stato) + Rendimento per il rischio aggiuntivo
Consideriamo due strumenti di pari scadenza, circa 4 anni:
Il BTP scadenza dicembre 2027 (Btp 2.65% 01.12.2027 IT0005500068) oggi ha un rendimento medio annuo del 3,59%
L'ETF iShares € High Yield Corp Bond UCITS ETF IE00B66F4759, un paniere che contiene 633 obbligazioni di aziende europee con scadenza media 4 anni oggi ha un rendimento del 7,50%
Mercato obbligazioni High Yield (rosso) Vs Titoli di stato a breve termine (blu)
Ci sarà una recessione, il portafoglio si svaluterà ?
Nessuno sa se ci possa essere o no un recessione, quanto possa iniziare e finire, quanto sia profonda o meno, dove vadano i tassi, quali pesi soffrano di più, come si muoveranno le valute.
Consideriamo che la Lagarde, presidente della BCE, a gennaio 2022 dichiarò "tassi fermi per tutto il 2022". Sappiamo com'è andata, ci sono stati 4 aumenti nel 2022.
Chiunque faccia previsioni sui mercati ha il 50% di probabilità di successo.
Spesso vengono fatte da chi è interessato a vendere prodotti o a voler dimostrare la sua "competenza". Un consulente che non fa operazioni può apparire come non interessato o non bravo o non competente ma di fatto è dimostrato che un basso turnover (movimenti) di portafoglio è indice di maggiore redditività.
Un portafoglio ben fatto, con prodotti efficienti ha necessità di poche tarature annue, ha solo bisogno di tempo per generare rendimento rispetto al rischio sottostante.
Un portafoglio solido non ha necessità di previsioni perchè non si basa sul caso o sul fato (ripetiamo che azzeccare una previsione ha esattamente il 50% di probabilità).
Certamente non tutti i periodi sono uguali. Ci sono periodi in cui le condizioni dei mercati sono migliori o peggiori e altri in cui il portafoglio sembra non garantire rendimento. La crescita del portafoglio non è lineare ma è necessario rimanere investiti.
Ci sono periodi piatti, alcuni meno, alcuni decisamente brutti.
Il grafico sotto riporta l'andamento dell'ETF che investe nell'indice azionario internazionale MSCI World.
Nonostante i periodi più o meno buoni, in 10 anni è raddoppiato di valore (100% di incremento) con una variazione media annua positiva del 10,28%
Investendo 10 anni fa in un semplice ETF azionario internazionale il capitale si sarebbe moltiplicato 2,5 volte.
La strategia di portafoglio rimane la stessa:
Basso costi dei prodotti è il driver principale di rendimento. Con portafogli costosi (2,5% 3,00%) il tempo erode velocemente le performance. Dopo 10 anni un terzo del patrimonio (30/40%) svanisce nei costi e non consente la capitalizzazione dei rendimenti.
Diversificazione dei rischi: non conosciamo il futuro, non facciamo scommesse. Bilanciamo i rischi tenendo conto delle correlazioni, delle scadenze, delle valute, dell'esposizione geografica.
Bond o Azioni: ora entrambi. Il mercato dei bond oggi garantisce, per alcuni segmenti, una copertura ottimale dei rischi, i tassi che vediamo sui BTP sono doppi o tripli nel mercato corporate (escludere le emissioni di obbligazioni che vengono proposte in banca. Ai clienti al dettaglio vengono proposti bond che rendono meno dei titoli di stato, ricordiamo la diversa tassazione 12,5% vs 26%).
Polizze: l'era delle polizze è per ora conclusa. Sottoscrivere oggi una polizza significa avere un rendimento pari alla metà di un titolo di stato a parità di rischio (dentro le polizze ci sono titoli di stato).
Evitare anche polizze finanziarie Unit Linked e Index Linked che sono esclusivamente contenitori di costi (costi della polizza + costo dei prodotti sottostanti + tunnel di uscita molto lunghi).
Una polizza finanziaria avrà un rendimento positivo se e solo se i mercati dovessero andare molto bene e in ogni caso avrà sempre un rendimento del 2/4% inferiore a quello del mercato.
Pazienza: il rendimento di portafoglio non si genera in 6/8/12 mesi, i rendimenti di portafoglio si generano con il tempo. Un errore, uno strumento complesso, un portafoglio di strumenti inefficienti o scelte azzardate si pagano in poco tempo e non si recuperano più. Un patrimonio investito in strumenti efficienti diversificati sui mercati internazionali rimane la scelta migliore per difenderlo e perchè no, farlo crescere.
Rimaniamo come sempre a Vostra disposizione.
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